PROLOGO: Set Atra-No, Isola
di Ross, Antartide
“Una nuova coppia alfa con dei figli!” urlò con una voce echeggiante
di toni soprannaturali la figura che subito dopo lanciò una coppa di sangue di
lupo contro il pavimento. La coppa d’oro rotolò più volte sul pavimento, prima
di fermarsi di fronte ad una figura china su un ginocchio -un uomo-serpente
chiuso in un’armatura d’argento. Nel braccio reggeva un robusto elmo crestato.
Thulsa Doom, alto Sacerdote di Set, si rimise seduto sul trono a forma di bocca di serpente. L’ira
accendeva di fuoco le orbite cave del suo nudo teschio.
Il rettiliano sollevò lo
sguardo verso il Sacerdote. “Il nostro Signore non sarà contento di questo
sviluppo.”
Thulsa Doom serrò i pugni sul
bracciolo. “Frena la tua lingua, Generale
Ophydyus. Questa volta, non sono certo responsabile di una mancata
occasione.” Il suo sguardo si spostò verso la finestra principale, attraverso
la quale capeggiava la testa centrale della statua del serpentino dio
eptacefalo. “Set doveva scegliere proprio
questo momento per svolgere personalmente un incarico, invece di fidarsi del
suo più devoto servo! Poteva impedire questa unione maledetta…”
“Oppure,” lo interruppe
Ophydyus con tono mielato, “Set sa che puoi risolvere ugualmente
questo…problema. In fondo, adesso, il Power Pack ha una debolezza.”
I timori del Sacerdote si
acquietarono di colpo. I pugni si distesero, e le dita tamburellarono in
riflessione. “Sì, è vero. E so già come sfruttare una simile occasione…
Generale Ophydyus, preparati a mietere sangue in nome della Gloria del nostro
Dio!”
MARVELIT presenta
POWER PACK
Episodio 26 - Addio a
Starkesboro
Starkesboro, Massachusetts
Una cascata di dati scorse
sullo schermo.
La donna osservò attentamente
quelle informazioni che a un profano ben poco avrebbero detto. Annuì più volte,
poi inviò quei dati alla stampante. Mentre l’apparecchio all’estremità della
scrivania sputava velocemente fogli, la donna in camice bianco girò la
poltrona. Il suo volto era luminoso come se la bella notizia riguardasse direttamente
lei…e, in un certo senso, era proprio così. “Sei incinta. Congratulazioni.”
Tre parole. Solo tre parole,
che tutti le avevano ripetuto nelle ultime ventiquattro ore. Tre parole che,
ufficializzate dalla scienza medica, erano per la giovane dall’altra parte
della scrivania le più belle del mondo. Rahne
Sinclair non credeva che ci si potesse abituare ad una sensazione così
bella! “Dottoressa, grazie, io…”
La donna levò scherzosamente
un dito ammonitore. “Un po’ di fiducia non fa male, cucciola: se il tuo branco
ti dice che sei gravida, farai meglio a crederci.” La stampante finì il suo lavoro.
La donna prese i fogli, vi diede una pinzata e li diede a Rahne. “Ecco qua. E
adesso, accetti che ti prenda un appuntamento con il gruppo di assistenza? Devi
imparare a familiarizzare con il tuo stato, e se passi metà del tuo tempo a
proteggere il Popolo, difficilmente ci riuscirai.”
La giovane si mise una mano
dietro alla testa dai rossi capelli e fece una smorfietta con la lingua. “Va
bene…ma niente ad orari fissi.”
La donna digitò qualcosa su
una tastiera incassata nella scrivania. Rahne la fissò con curiosità. “Non
credevo che ci fossero altri Votati
in questa comunità. Non nel campo medico, almeno.”
La donna, capelli castani
lunghi e folti tenuti insieme in una coda di cavallo, di media altezza, dal
fisico asciutto, finì di scrivere, poi rivolse un altro di quei suoi sguardi
materni benevoli. “Essere un Votato non significa solo essere un religioso,
come la Sacerdotessa. Anche se è
stato per caso che la mia strada si è incrociata con quella del Popolo, mi sono
sempre sentita vicina a questa gente. Lo sapevi che ero una veterinaria, prima
di venire a Starkesboro?”
“Davvero?”
La donna annuì. “Se vorrai
farmi visita, uno di questi giorni, scambieremo quattro chiacchiere. Per ora,
sappi che non credo ci sia niente di più bello di una bella e vispa cucciolata
di lupetti. Spero che sarai da queste parti, quando verrà il gran giorno.”
Aggrottò un momento la fronte. “Sicura di non volere sapere quanti potrebbero
essere?”
Rahne scosse la testa. “A-ah,
no. Voglio aspettare almeno di avere la pancia un po’ gonfia prima di sapere
qualcosa. Scaramanzia, sa…”
La donna si alzò in piedi,
imitata da Rahne e tese la mano. “Allora, ci vediamo per i prossimi esami. Per
allora, saremo più sicuri sul numero ed i sessi.”
La giovane strinse la mano.
“È…sicura che ce ne sarà più di uno?”
“Com’è vero che gira il mondo.
Minimo due, massimo cinque. Almeno questa è la norma nel Popolo. Nasceranno fra
sei-sette mesi, piccoli, ciechi ed inetti, come nei lupi normali, quindi non
fare quella faccia, non è un processo doloroso come nel parto umano. Ma non ti
angustiare con i dettagli, adesso, e pensa a stare nel branco e godertela
quanto puoi.”
Rahne si voltò e si diresse
verso la porta, che si aprì automaticamente. Prima di varcare la soglia, voltò
la testa e disse, “E chi si angustia? Mi farei ripetere queste cose tutto il
giorno. Arrivederci.”
I licantropi erano creature
molto sociali. Quando uno di loro si ammalava o era ferito, tutti i membri del
suo branco, includendo spesso i familiari extra-branco, gli stavano dietro e si
davano il cambio ad accudirlo fino a quando non guariva.
Questo giustificava delle
camere ben più ampie di quelle che si sarebbero viste negli ospedali dell’Uomo,
e degli atri di attesa studiati per una piccola folla -cosi che quando Rahne
varcò la soglia dello studio di ginecologia e pediatria, si trovò di fronte la
bellezza di tredici licantropi adulti e un cucciolo tutti nella forma ibrida.
Erano questi i membri del suo branco, il Power Pack:
Ø
Jon Talbain,
campione del Popolo, marito, padre dei loro figli e insieme a lei nuovo alfa
del branco.
Ø
Sir Wulf,
lupo geneticamente modificato, ex cavaliere di Wundagore, beta e consigliere
tattico.
Ø
Karnivor,
anche lui un lupo potenziato, dotato di grandi poteri mentali e conoscenze,
consigliere scientifico e compagno di vita di Wulf.
Ø
El Espectro,
ovvero Carlos Lobo, assistito dallo spirito del suo defunto fratello Eduardo.
Ex spacciatore e capobanda, conosceva bene il sottobosco della criminalità
organizzata.
Ø
Maximus Lobo,
nonno di Carlos, industriale rampante e lupo tanto ambizioso quanto forte.
Ø
Hellwolf,
ultimo discendente di una stirpe russa di sangue nobile. In compenso, Nikolai
Yurievich Apocalov era un sadico come pochi.
Ø
Volk nome
poco originale, visto che in russo significava ‘lupo’. Ma questo era anche il
nome in codice che Ilya Dubromovitch Skorzorki aveva avuto quando lavorava per
il KGB, e che aveva deciso di tenere.
Ø
Kody, come
Rahne figlio di due specie diverse. Suo padre era un licantropo, sua madre una
strega. E lui aveva ereditato il meglio di entrambi.
Ø
Nightwolf,
il solo essere umano di quel branco, un ragazzo che aveva ricevuto dei poteri
legati al Lupo per pura coincidenza.
Ø
Ferocia,
un’antica strega dell’era Hyboriana.
Ø
Ursula, una
licantropa che in comune con Rahne aveva l’essere stata educata in un severo
ambiente religioso. Fra tutti i lupi del branco, ovviamente escluso suo marito,
era a lei che la giovane si sentiva più vicina.
Ø
Il Predatore nel Buio, un raro Deviante licantropesco dal DNA stabile.
Ø
Fenris, il
dio-lupo asgardiano in persona.
Ø
Warewolf,
una creatura composta interamente di naniti, un mistero in attesa di essere
svelato.
Quanto al cucciolo, Nicholas Gleason, anche se non un membro
combattente, era stato adottato durante una missione e si era attaccato a
Maximus Lobo come ad un padre, e questi non era certo intenzionato a lasciarlo
andare…
Rahne si schiarì la gola,
mentre cercava di controllare il disagio causato da tutti quegli occhi puntati
su di lei. In quegli sguardi non c’era solo il riconoscimento della loro nuova
capobranco, ma anche un’aspettativa che si rifletteva nell’espressione di Jon.
Il branco era la sua famiglia, e lei portava in sé il futuro di loro tutti…
“Uhm, va tutto bene, davvero.”
“Te l’avevamo detto, no?” fece
Karnivor.
Rahne levò una mano.
“Risparmiami la solfa, ti prego. La dottoressa Jordan mi ha già fatto la
ramanzina… Sir Wulf?”
Il lupo avanzò dal cerchio.
“Mia alfa.”
“A parte che ti ho già detto
che gradirei un po’ meno formalità, ci sono novità o sviluppi che richiedono il
nostro intervento?”
“Nulla, per ora.”
“Ah, bene. Ah…” Cercò
disperatamente qualcosa da dire…ma si sentiva così a disagio. Alla fine, optò per un diplomatico “Ben fatto!” e gli
diede una pacca sulla spalla. Quindi afferrò saldamente Jon per un braccio e si
trascinò dietro il licantropo. Non avevano fatto in tempo a fare pochi passi,
che tutto il branco seguì a ruota. Anche se i lupi si tenevano a debita distanza,
Rahne si sentiva avvampare. “Pensi che potremo avere una cosa chiamata
privacy?” sussurrò istintivamente.
“Guarda che ci sentono
benissimo,” tentò lui…e per poco lei non gli staccò il muso con un morso. “Lo
so benissimo! Insomma, va bene che devo essere protetta 25 ore al giorno, ma…”
improvvisamente, sospirò e scosse la testa. “Lasciamo stare. E non mi dire che
è la gravidanza, anche se è vero.”
“Non hai bisogno di essere
così tesa,” disse Wulf, avvicinandosi. “Questo branco è disciplinato. Sarà in
battaglia che dovrai fare veramente attenzione. Sarai bravissima, vedrai.” E le
diede una pacca sulla spalla.
“Per ora, vorrei solo
abituarmi a tutte queste guardie del corpo.”
“Oggi è un buon giorno per
cominciare,” disse Maximus. “E comunque, durante tutta la luna di miele non
sembravi così timida.” E sfoderò un ghignaccio.
“Dicevi, sulla disciplina?”
fece lei con un sorriso assassino. A orecchie basse, Sir Wulf si schiarì
discretamente la gola e tornò fra le fila.
Quando il branco uscì
dall’ospedale, Karnivor disse, “Sebbene ci siano i mezzi sia mistici che tecnologici
per assicurarci sulla tua posizione ovunque nel mondo e almeno su un paio di
piani dimensionali, il punto è che non possono impedire un attacco a sorpresa.
Siamo noi la tua prima linea di difesa fra il nemico ed i nostri cuccioli.”
“Come ho già detto, ho bisogno
del tempo per abituarmici…” Improvvisamente, la ragazza scattò in avanti,
passando alla sua forma ibrida! “E ora vediamo se ci acchiappate!” in un lampo,
passò alla forma ibrida, mentre Jon, come metallo liquido, passava alla forma
ferale, grande almeno tre volte un lupo normale. Rahne saltò in groppa al suo
compagno, e con un ululato da cavallerizza si lasciò portare verso il parco
comunale.
“In groppa, cucciolo!” ringhiò
Maximus, tirando Nicholas per la collottola, per poi metterselo in spalla e
rincorrere la coppia alfa. Il resto del branco non era stato meno veloce nel
reagire. Quelli che poterono diventarono ferali a loro volta e si unirono in un
coro di latrati ed ansiti.
Guidato dall’odore, il branco
giunse in ordine sparso alla radura, dove gli alfa, ancora nelle forme in cui
avevano lasciato la formazione, si stavano riposando, sdraiati l’una contro
l’altro sull’erba. Il branco si dispose intorno a loro, con i bipedi Fenris,
Wulf, Karnivor e Maximus a vigilare sui quattro punti cardinali.
Ursula si avvicinò agli alfa.
Sedutasi accanto a Wolfsbane, disse, “Cosa farai della tua vita, quando saranno
nati?”
Jon emise un sordo e breve
brontolio. Rahne sospirò. “Dipende da tante cose. Se per allora questa guerra
contro Set sarà finita, spero che io e Jon ci potremo ritirare per allevarli in
pace, senza…senza…”
“Siamo un tale peso per te?”
chiese secco Carlos, avvicinandosi.
“Non intendevo dire questo. Ma
il Pack si è formato per uno scopo preciso…”
“Ora anche tu sei parte di quello scopo…”
“Lasciamo stare questi
argomenti circolari,” li interruppe Nightwolf. “Insomma, lasciamola respirare,
va bene? Sembra che le vogliate lavare il cervello invece che aiutarla!”
“A questo proposito,”
intervenne il Predatore, “avrei un suggerimento: perché non restiamo in
movimento?” Alle diverse occhiate incuriosite che gli risposero, aggiunse, “Non
possiamo permetterci di aspettare che sia il nemico a fare la prima mossa.
Muoviamoci lungo rotte poco frequentate dagli umani, costringiamo il nemico a
darci la caccia, ma alle nostre condizioni. Restando qui, finiremo con
l’attirare un attacco abbastanza massiccio da attirare l’attenzione delle
persone e delle istituzioni sbagliate. Costringiamoli a starci dietro.”
“Ha senso,” disse Wulf. “Adesso
che l’attenzione di Set sarà più concentrata su di noi che sul resto del
Popolo, dobbiamo essere il meno prevedibili possibile. Alfa?”
Rahne annuì fra sé e sé… “Sono
d’accordo, ma prima voglio parlare con una persona…” Poi si sdraiò a braccia
incrociate dietro la testa sul fianco del suo lupo. Passò un minuto, poi due,
poi tre…e nel frattempo, il resto del branco se ne stava dov’era, lanciandole
occhiate impazienti...
Al quinto minuto, fu lei a
rimettersi seduta di scatto, latrando a tutte zanne, “Parlerò a questa persona quando lo vorrò io! E ora lasciatemi in pace! Marsh!” E fece un gesto
perentorio col braccio. Il branco si allontanò di corsa. Quando il cerchio si
fu spostato di un centinaio di metri, lei tornò a sdraiarsi. “Lo ammetto, ci
sono dei vantaggi ad essere il capo.”
Jon
ridacchiò a denti stretti.
Quartier Generale
La porta si aprì, e ne entrò
un uomo alto, atletico. Indossava il completo nero e gli occhiali a specchio
che, insieme ai capelli biondi e corti, sembravano un marchio genetico dei
burocrati dei piani alti.
Jasper Sitwell, Direttore dell’agenzia specializzata nelle attività
superumane, si alzò in piedi e stese la mano. “Il signor Olson, immagino. Molto
felice…” E prima che potesse presentarsi, l’uomo si mise seduto e appoggiò la
sua valigetta sulla scrivania. “Le formalità dovranno attendere, Direttore, mi
scusi.” Aprì la valigetta e ne estrasse una cartella color avana. Chiuse la
valigetta e aprì la cartella.
Jasper si rabbuiò alla vista della prima foto in bella
vista, attaccata a dei fogli con una graffetta: la foto di un uomo ispanico,
dai tratti bronzei e duri, con un cipiglio accentuato dalle folte sopracciglia
nere e due occhi come pezzi di carbone.
L’agente in nero sorrise. “Può
non capitare spesso che FBSA e DEA collaborino, ma muoversi in fretta è vitale.
Le nostre fonti ci informano che Carlos Lobo sta allestendo una nuova
organizzazione per il controllo del narcotraffico. Il guaio è che fra i suoi
luogotenenti ha intenzione di reclutare altri mutanti…come lui.”
Al Direttore per poco non
venne un accidente. “Altri licantropi??”
In risposta, dalla cartella
furono estratti altri documenti con altrettante immagini di uomini e donne sia
nelle loro forme umane che quelle ferali -in pratica, l’intero Power Pack!
Il Direttore sudava freddo.
“In nome di Dio…ma quanti sono?”
Sfogliò velocemente le pratiche. “Un Ex KGB, addirittura…”
Olson annuì. “Una vera e
propria associazione internazionale. Devo ammettere che si tratta di un sistema
originale per consolidare il proprio potere, a colpi di zanne e artigli, per
instillare un sano terrore nei sottoposti. Trovare e neutralizzare questi
individui deve essere prioritario. Avrete da noi tutta l’assistenza
necessaria.”
Fu
a quel punto, che Truman Olson si tolse gli occhiali. E il suo interlocutore si
trovò a fissare un paio di occhi innaturalmente rossi, profondi… E non si
accorse neppure di avere perso una parte della propria volontà in quel preciso
momento…
Starkesboro
“Rahne! Hai fatto presto a…”
la dottoressa ammutolì, alla vista del corteo dietro la coppia alfa. “A
decidere, vedo.” Si fece da parte. “Ma prego, entrate. Posso offrirvi
qualcosa?”
“Un the per me, grazie,” fece
la licantropa. Al resto del branco, disse, “Voi sparpagliatevi per la casa,
vigilate su tutte le entrate. Nicholas, tu vieni con me e Jon.”
“Io vado a fare il the,” disse
la donna.
“Mi scusi per lo scarso
preavviso,” disse Rahne mentre veniva versato il the nelle tazze.
La donna porse una tazza a lei
ed una ciotola a Jon. “Non dirlo nemmeno per scherzo: è come avere i
Vendicatori per ospiti. Entro domani a mezzogiorno, mi invidieranno in
parecchi.” Bevve un sorso di the e depose la tazza sul tavolino. “Dunque, di
cosa volevi parlarmi?”
“Dei Votati. Chi sono, dove
abitano, come possiamo metterci in contatto con loro.” E spiegò il piano del
Predatore. La donna ascoltò attentamente, annuendo, poi disse, “Per cominciare,
dovresti metterti in contatto col Sindaco Seward. Lui e i Consiglieri Comunali
hanno le informazioni che cerchi…”
“Lo so…ma io voglio sapere se
lei conosce qualcuno di cui si fida.
Individui o famiglie che ci tratterebbero come lei tratta la gente qui.”
La donna prese un biscotto
secco a rombo, ma non lo mangiò. Invece, tenendolo fra pollice e indice e
guardandolo come fosse stato un qualche cristallo rivelatore, disse, “Capisco
cosa vuoi dire. Potrete partire dagli Smithson, nella British Columbia. Sono un
po’ lontani da qui, è vero, ma ho fatto scuola di veterinaria con Margaret.”
Ridacchiò. “Maggie è talmente devota che è riuscita a sposarselo, un mannaro
della comunità locale, e hanno tre figli. Almeno vedrai come funziona una
coppia mista collaudata. Ho anche dei corrispondenti sparpagliati in mezzo
mondo… Hai mai pensato ad una bella vacanza esotica in India?”
“India?”
La donna le fece l’occhiolino.
“C’è più verità nel Libro della Giungla
di quanto non pensi.”
Rahne rise. “Prometto che ci
penserò su. Lasciami almeno l’indirizzo. Altre raccomandazioni?”
“Nel centroeuropa e in Francia
troverete parecchie piccole comunità miste, sparse perlopiù fra le zone
montuose e difficilmente avvicinabili; vi scontrerete con un bel muro di
diffidenza, visto che in quel continente l’estinzione è stata quasi totale. Per
la stessa ragione, per l’amor di Dio, state attenti a come vi rivolgerete ai
licani di Irlanda e Scozia. Nelle isole, il Popolo ha sofferto più che altrove
in Europa.
“In Africa, Australia e
Sudamerica vivono i più…selvatici, gli elusivi per eccellenza. Su di loro,
molte chiacchiere e pochissimi contatti. Vivono fra le giungle e le distese
desertiche, e siamo certi che collaborino con le tribù umane che meno hanno a
che fare con la civiltà, perciò non dirigetevi fra loro a meno che non sia
strettamente necessario… Rahne?”
La giovane licantropa aveva
uno sguardo assente, immerso nei propri pensieri… “Perché?”
“Cosa..?”
Lei afferrò la mano di Jon.
“Perché queste comunità sono così isolate fra loro? Non ha senso. C’è uno stato
di guerra e di persecuzione, il nostro numero è scarso…eppure sembra che ogni
comunità si comporti come se il problema fosse di un’altra.”
“È tragicamente semplice,”
rispose Jon. “Quest’attitudine risale alle prime persecuzioni su larga scala,
quando separarci in comunità isolate ed ignare l’una dell’altra era la sola
possibilità di sfuggire all’attenzione degli umani. I nuovi mezzi di
comunicazione ci hanno aiutato a rompere l’isolamento, ma…”
“No, Jon!” lo interruppe
seccamente lei. “Niente ‘ma’. A che serve combattere, fare parte di questo
branco, se tutto quello che otteniamo è di lasciare che le cose rimangano
invariate? Mi chiedevo cosa potevo fare come capobranco, ebbene ora lo so:
gireremo il mondo, letteralmente. Mostreremo che si può fare un fronte unito,
che si può e si deve reagire! Non mi
importa un accidente di pestare qualche coda, se servirà a…e ora, perché mi
guardi così?”
“È ammirazione,” disse Sir
Wulf dalla porta. Entrando, aggiunse, “La stessa che provo io, alfa.
Finalmente, hai trovato la strada giusta per te e per il Popolo, come sapevo
che sarebbe successo.”
“Oh… E dire che non mi sembra
di avere detto niente di eccezionale.”
L’ex Cavaliere le si accosciò
accanto e le strofinò il muso con il proprio. “È nella natura dell’ovvio di
essere spesso elusivo. Hai già in mente la nostra prima destinazione?”
“Sì. Dottoressa, ci sono
Votati in Australia, giusto? Ha qualche indirizzo?”
“Vi fornirò tutti quelli che
ho.”
“Ottimo.
Li immetteremo nel computer della nave di Karnivor, che sarà la nostra base logistica.
Non dobbiamo solo riannodare i contatti fra le comunità, ma anche renderli
permanenti. Karnivor e Ferocia dovranno unire le forze per realizzare un
sistema di comunicazione misto magico e ad alta tecnologia, in modo da non essere
intercettabile dai normali mezzi degli umani…” le idee le scorrevano nella
mente con la forza di un fiume in piena. Improvvisamente, sapendo quale fosse
il suo scopo, stava attingendo istintivamente a tutte le lezioni e le esperienze
passate con i Nuovi Mutanti, X-Factor ed Excalibur… “Cominceremo
dall’Australia.”
Washington DC
Truman Olson uscì dalla stanza
che sarebbe servita alla riunione di emergenza per discutere delle misure per
la nuova task force contro il Power Pack.
L’uomo era molto soddisfatto:
aveva dovuto esercitare una pressione minima per convincere quegli sciocchi a
seguirlo. Presto, con gli altri mezzi a sua disposizione, il controllo sul personale
della task force sarebbe stato pressoché completo, e quella era solo la prima
fase…
L’uomo entrò in bagno. Si
allentò il colletto della giacca e si tolse gli occhiali -e nel farlo, la sua
testa divenne un cranio nudo dalle orbite fiammeggianti.
“Dopo il nostro primo
incontro, Power Pack, non ci sarà essere umano che non vorrà darvi la caccia. E
i vostri figli saranno miei perché servano la causa del mio Signore, così la
vostra sconfitta sarà totale!”